Fin dalla nostra infanzia siamo abituati a vedere ripresi i nostri errori sottolineati con la matita rossa-blu, accompagnati da un brutto voto e magari da una conseguente punizione. Ma è la scuola della vita - ci dicono - Si deve passare da lì.
Poi cresciamo e ci chiediamo dove sia finito il diritto di sbagliare, di essere fragili e imperfetti? Ma soprattutto, come ci siamo arrivati? Come siamo arrivati al punto in cui se non siamo "perfetti" e "apposto" perdiamo il "posto", se non produciamo utile, non abbiamo valore tanto da diventare noi stessi “esseri sbagliati”?!!? E questo vale per tutti: ricchi e poveri, grandi e piccoli della terra...
Ci vengano incontri gli utilissimi servi inutili del Vangelo che sembrano rammentarci che “sbagliando si impara” e che “il cammino si fa andando”, con le sue cadute e le sue rialzate… perché solo nell’errare si incontra Colui che vince l’errore, solo il diritto a sbagliare ci pone "diritti", in postura risorta.
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